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Finché Pericle fu a capo del partito
democratico, tutto ciò che riguardava la vita politica fu in assoluto migliore,
ma quando morì Pericle, peggiorò molto”. Così Aristotele,112 ne “La costituzione degli Ateniesi”.
Non si vide, non c’era, un degno erede di
Pericle. Si misero in mostra le ambizioni personali, le competizioni di parte;
insorse la borghesia commerciale, spregiudicata; gli aristocratici tentarono di
riprendere il potere. Tra i notabili primeggiò il capo dei conservatori Nicia, desideroso
di pace; ma, dopo aver a lungo tramato, ebbe la meglio il capo del partito
democratico popolare radicale, Cleone, un ricco conciatore di pelli, che forniva
gli eserciti greci, deciso a portare avanti la guerra, già accanito accusatore di
Pericle. Era un uomo rozzo e spietato, ma coraggioso, facile bersaglio di
diversi comici tra i quali il commediografo Aristofane:113
(…) Abbiamo un padrone,
zotico
nell’anima, mangiafave arrabbiato: il Popolo sovrano,
un vecchietto
scorbutico, mezzo sordo. Il mese scorso
s’è comprato
un conciapelle come servo, il Paflagone:
farabutto e
impostore quanto nessuno. Lui capisce subito
il carattere del vecchio, il
Conciapaflagone, gli striscia
ai piedi, gli
scodinzola, lo complimenta, lo adula, lo
imbroglia, da
pellaio qual è”.114
Quando gli abitanti di Mitilene tentarono
di defezionare da Atene per passare dalla parte di Sparta, Cleone in un
concitato discorso propose di sterminare i maschi che avevano superata la
pubertà e di rendere schiavi donne e bambini. Per loro fortuna prevalse il
parere di Diodoto,115
figlio di Eucrate,
che proponeva di abbattere le mura di Mitilene e stabilire sull’isola una
cleruchia.
Nel giro di due anni, la pestilenza aveva
causato la morte di circa un terzo dei cittadini ateniesi, condizionando le
sorti del conflitto. L’Attica, nuovamente invasa dalla consueta spedizione dei
Peloponnesiaci, fu difesa con gran sacrificio; mentre la flotta ateniese grazie
all’abilità dei generali Nicia, Formione e Demostene riportò buoni successi.
Cleone si distinse nell’impresa contro l’isola di Sfacteria e la città di Pilo,
in Messenia, dove con l’aiuto dell’ammiraglio Demostene riuscì a far
prigioniero un corpo di Spartani. Ma in seguito le sorti di Sparta e dei suoi
alleati furono risollevate per merito di Brasida: batterono truppe e flotte
ateniesi nella Tracia, dove si combatté intorno ad Amfipoli e dove ambedue,
Cleone e Brasida, dopo aver in precedenza eretto qualche trofeo, morirono
combattendo valorosamente.
Erano passati dieci anni dall’inizio della
guerra, che avevano seminato la rovina in tutta la Grecia, quando dopo la
battaglia di Amfipoli e la morte di Cleone e Brasida, i quali si opponevano
alla pace, entrambe le parti cominciarono a pensare alla cessazione della
guerra: gli Ateniesi perché temevano che altri dei loro alleati tentassero di
defezionare; gli Spartani perché erano delusi di non essere riusciti, come
avevano creduto, a distruggere la potenza di Atene in pochi anni, inoltre erano
minacciati da una rivolta di schiavi.
Quelli che più degli altri desideravano la
pace, erano Plistoanatte di Pausania, re degli Spartani, e Nicia; mentre
Alcibiade si opponeva e cercò di ostacolarla.
Nicia firmò la pace e gli diede il suo
nome, alle seguenti condizioni:
“Fanno pace gli Ateniesi e Lacedemoni e i
loro alleati alle seguenti condizioni e giurarono città per città. Quanto ai
templi comuni, vi sacrifichi, consulti l’oracolo e assista alle feste secondo i
riti patri chiunque vuole, per terra e per mare senza timore. Il santuario e il
tempio di Apollo a Delfi siano autonomi e sottoposti alla loro giurisdizione e
alle loro leggi secondo le consuetudini patrie. Per cinquant’anni vi sia pace
senza inganno e senza danno, per terra e per mare, tra gli Ateniesi e gli
alleati degli Ateniesi e i Lacedemoni e gli alleati dei Lacedemoni”.116
Inoltre Atene conservava il controllo
sugli alleati della lega delio-attica, con l’obbligo di rispettarne
l’autonomia; in cambio doveva restituire a Sparta i territori conquistati nel
Peloponneso e rilasciare i prigionieri spartiati di Sfacteria.
Ma la pace durò un po’ più di sei anni,
poi ripresero le ostilità.
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