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Per assicurarsi la protezione di Atena, Pericle volle il Partenone con
tutte le sue forze, vincendo l’opposizione di gran parte degli Ateniesi, che
trovavano rilevante la spesa. Ne affidò i lavori ai più grandi architetti del
tempo, Callicrate e Ictino, e allo scultore Fidia.
Mai un dio ebbe in Grecia un tempio più bello e grandioso. Nella luce
chiara del mattino e con lo sfondo di un cielo d’un azzurro intenso, le colonne
doriche di marmo bianco mandavano riflessi abbaglianti; mentre nelle parti
superiori, tra capitelli, triglifi e metope, si diffondeva una vivace
policromia. Il frontone orientale rappresentava la nascita di Atena, dal capo
di Zeus, rivestita dalla sua armatura. Negli angoli del frontone erano visibili
a sinistra il carro del Sole, Elio, che sorge dalle onde, mentre nell’angolo a
destra il cocchio della Luna, Selene, che vi si immerge. Il frontone
occidentale raffigurava la contesa fra Atena e Poseidone per il dominio
sull’Attica. Tra le due figure era posto l’olivo che la Dea vittoriosa offrì ad
Atene. Tutt’intorno erano poste delle metope, che illustravano la vita
cittadina e del suo eroe Teseo.
Nella Cella, al centro, era posta la statua crisoelefantina, d’oro e
d’avorio, di Atena. Opera dello scultore Fidia, la Dea, dall’aura ieratica e
misteriosa era in piedi, con indosso un lungo peplo, un’ampia egida di avorio
le copriva il petto, sulla quale era una testa di medusa; sul capo portava un
elmo d’oro decorato da una sfinge; con la mano destra teneva una Niche, mentre
la sinistra stringeva una lancia.
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